Secondo Randy Komisar, autore insieme a Kent Lineback del romanzo Il Tao di Silicon Valley, una start-up avrebbe bisogno di tre distinti top manager; uno per ogni fase di crescita. Fin qui niente di male. Secondo lui, però, per sceglierli è meglio capire a che tipo di razza canina appartiene il nostro manager.
Da riporto, per la prima fase. Quando bisogna mettere assieme la squadra, ma anche procacciare i capitali ed i primi clienti. Segugio, per la seconda. Dove c’è da fiutare la pista, scovare il mercato, orientarsi nel mercato globale e così via.
Infine, per la terza fase, sarebbe bene disporre di un cane da slitta. Perché c’è da faticare, ed il peso delle responsabilità si fa sentire. E sempre sperando non arrivi il momento in cui l’azienda abbia bisogno, piuttosto, di un San Bernardo!
Coincidenza singolare vuole che, meno di un mese fa, sulla stampa ha avuto un notevole risalto stampa il caso dell’allevatore californiano Monty Roberts e della sua collega inglese Kelly Marks, che nei loro ranch insegnano ai manager il linguaggio dei cavalli.
Perché, si sa, bisogna pur imparare il linguaggio, per poter guidare il branco!